
Pace, lavoro e dignità: sono queste le parole chiave della campagna nazionale lanciata dalle ACLI, che unisce momenti di riflessione, confronto e mobilitazione civile in occasione delle principali ricorrenze del calendario repubblicano: la Festa della Liberazione (25 aprile), il Primo Maggio e la Festa della Repubblica (2 giugno).
Un’iniziativa che richiama le radici democratiche del nostro Paese e rilancia le proposte ACLI per un presente e un futuro più equi, inclusivi e partecipati.
È una convocazione popolare, come è stata definita a livello nazionale, per riportare al centro le conquiste civili e sociali che hanno dato forma alla nostra democrazia.
Un grido di pace, oggi più urgente che mai
La pace non può essere solo un’aspirazione astratta: è giustizia, dialogo, responsabilità.
Nella campagna ACLI, la parola pace risuona con forza soprattutto oggi, in un mondo segnato da guerre, crisi umanitarie e accordi politici che spesso ignorano i diritti fondamentali.
La pace che chiediamo è una tregua sostenuta dall’ONU, fondata sul diritto internazionale, e che metta fine alla spirale distruttiva del conflitto armato.
Come ACLI, condanniamo ogni forma di violenza e oppressione, riaffermando che non esistono guerre “giuste” o “utili”: dalla Libia all’Iraq, dalla Siria all’Ucraina, troppe crisi hanno lasciato dietro di sé solo instabilità, povertà e sofferenza.
Il lavoro tra diritti negati e dignità da riconquistare
Il lavoro è un diritto e un fondamento della nostra Repubblica. Ma oggi, troppo spesso, il lavoro non basta per vivere dignitosamente: è precario, sottopagato, non tutelato.
Dall’analisi dei dati del CAF ACLI, emerge chiaramente come una parte crescente dei lavoratori – in particolare donne, giovani e cittadini stranieri – viva in condizioni di vulnerabilità economica, pur avendo un impiego.
Tra le cause: salari bassi, contratti instabili, mancanza di politiche per la conciliazione, e un sistema fiscale che premia rendite e ricchezze.
Le ACLI rilanciano con forza alcune proposte concrete:
Salario minimo legale basato sui contratti collettivi più rappresentativi
Controlli più severi sul rispetto dei diritti contrattuali
Incentivi alle imprese virtuose che investono in formazione, partecipazione, equità
Piani straordinari per l’occupazione femminile
Una scuola accessibile e centrata sull’educazione, non solo sulla performance
E, infine, una riflessione sulla soglia di Guadagno Massimo Consentito, per contrastare le disuguaglianze estreme
Dignità, ogni giorno
Parlare di dignità significa chiedere una società che non esclude nessuno, dove le scelte politiche e sociali mettono al centro la persona, non il profitto.
Significa, come sottolinea la nostra Costituzione (art. 36), garantire un’esistenza libera e dignitosa a ogni lavoratore e lavoratrice.
La campagna “Pace, Lavoro e Dignità” è anche un forte richiamo all’antifascismo e ai valori della Costituzione repubblicana, oggi più che mai da difendere e attuare.
Un Primo Maggio e un 2 Giugno che parlano di futuro
Celebrare queste ricorrenze non è solo un atto simbolico: è un impegno per costruire una società giusta, partecipativa e solidale, come voleva chi ha scritto la nostra Carta nel 1948.
Le ACLI provinciali di Sondrio aderiscono alla campagna “Pace, Lavoro e Dignità” con profonda convinzione, e invitano soci, volontari e cittadini a riflettere, partecipare e attivarsi.
Perché la democrazia è una costruzione quotidiana, che ha bisogno della voce e dell’impegno di tutti.